Siamo abituati a ricevere ritratti dell’italia a tinte rosa dal governo (n carica ed a tinte nere dall’opposizione di turno e facciamo sempre fatica a capire chi ha ragione.
Confindustria ha voluto “vederci chiaro” con una analisi più scientifica possibile dello stato dell’Italia e, avendone le risorse, ha commissionato uno studio, al proprio ufficio studi, che si basasse sui dati oggettivi, statistici, di fonte attendibile e su basi temporali di diversa lunghezza, così da astrarsi totalmente da qualsiasi partigianeria politica, attraversando nel tempo i confini dei vari governi.
La motivazione di tale analisi è del tutto comprensibile: nei rapporti commerciali non conta solo la reputazione della singola azienda ma conta anche moltissimo la reputazione del sistema paese che può cambiare l’appeal ed a volte anche il segno di un investimento e/o di un affare, per cui ha voluto commisurare la reputazione dell’Italia ai numeri freddi della statistica.
Ne è uscito il rapporto che alleghiamo e di cui anticipiamo qualche perla di segno assolutamente opposto alla “narrazione” cui siamo (purtroppo) abituati.
Il rapporto è in inglese ma le anticipazioni le facciamo direttamente in italiano.
Il Paese ha recentemente mostrato un significativo miglioramento del tasso di crescita dell’economia complessiva, rispetto ai principali Paesi europei. Nel quinquennio 2018-2023, l’Italia ha superato la Germania in termini di crescita del PIL, con una media annua dell’1,0%, contro il +0,3% della Germania.
Gli investimenti produttivi sono aumentati del +17,8% rispetto al 2019, superando di gran lunga l’incremento del +6% registrato in Francia, mentre Spagna e Germania hanno registrato cali rispettivamente del -1,2% e del -4,5%.
Il Paese ha recentemente mostrato un significativo miglioramento del tasso di crescita dell’economia complessiva, rispetto ai principali Paesi europei. Nel quinquennio 2018-2023, l’Italia ha superato la Germania in termini di crescita del PIL, con una media annua dell’1,0%, contro il +0,3% della Germania.
Le esportazioni di beni sono aumentate di oltre il 45% in valore dal 2015, contribuendo a una solida posizione patrimoniale netta sull’estero (NIIP) pari al +12,2% del PIL entro il terzo trimestre del 2024.
Non vengono sottaciute anche le ombre ma il quadro che se ne ricava è molto interessante…. Buona lettura!!
Livio Izzo