Confesso che sentire parlare, questa estate per la prima volta, di una regolamentazione del lavoro rispetto alla temperatura mi è suonata come un voler alzare l’asticella con approccio molto cautelativo.
Poi, nei giorni dopo ferragosto, sono andato in gita di piacere in Svizzera con mia Moglie, a scoprire le città storiche, TANTO LI’ FA FRESCO ………
E così siamo arrivati a Berna, nel delizioso centro storico ed in un graziosissimo albergo Proprio nel centro: 35 gradi esterni e 35 gradi in stanza, senza condizionatore (figuriamoci in un edificio storico) e senza ricambio d’aria (una sola finestra, neanche grande, esposta ad ovest): beh dopo alcune ore di onesti tentativi abbiamo dovuto cambiare albergo, pur avendolo già pagato, per palese, manifesta ed ingestibile INVIVIBILITA’.+
Ecco, lì ho capito quanto sia seria, ed ormai improrogabile, una gestione del rischio climatico nelle procedure di sicurezza aziendali e nei cantieri: se non siamo resistiti stando fermi a riposare, figuriamoci se avessimo dovuto lavorare in quelle condizioni!
Si apre quindi un ambito relativamente nuovo, per la prevenzione dei rischi, ma, come si vedrà leggendo il contributo allegato, non siamo all’anno zero e già circolano statistiche, articoli e documenti significativamente autorevoli per poter mettere mano ai DVR su cui siamo professionalmente ingaggiati.
Livio Izzo
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