Sulla Direttiva europea sulle case green si è acceso un aspro dibattito soprattutto sul piano politico che, però, rischia di attestarsi su base ideologica.
Il CNI si inserisce proponendo un approccio laico e scientifico per cogliere la grande opportunità che si apre su un problema oggettivamente complesso ma anche ineludibile se si vuole perseguire la riduzione della Co2.
Qui di seguito la sintesi finale, del CNI, in un articolo molto articolato ed approfondito:
“Un piano di risanamento energetico degli edifici – afferma Giuseppe Maria Margiotta, Consigliere CNI e Presidente del Centro Studi CNI – specie se estremamente impegnativo come quello che si sta profilando in sede UE, deve basarsi su dati analitici approfonditi e affidabili. Ciò di cui oggi disponiamo relativamente alle condizioni del patrimonio edilizio sono dati interessanti ma definiscono un quadro per molti aspetti approssimativo. Non è più tempo di approssimazioni. Chiediamo che l’interlocuzione con l’UE si basi definendo con chiarezza il quadro operativo di intervento per poter realisticamente quantificare i tempi ed i costi di tale operazione e questo non è un lavoro che, a nostro avviso, può essere svolto solo dal Governo e dagli uffici tecnici dei Ministeri competenti per materia, ma deve coinvolgere i professionisti dell’area
tecnica che meglio conoscono le complessità dei territori e dei cantieri.”
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