Nella convinzione di fare un’azione divulgativa non superflua, il Sito Culturale pubblica le slide utilizzate dall’ingegner Sergio Tosato e dal dottor Alberto Ciglia nella conferenza tenuta nel mese di dicembre, per Federmanager Bergamo, sul tema “Energia e Società – shock e transizione – un difficile equilibrio.”
Il percorso della conferenza, quindi delle slide, è stato lineare e il contenuto delle slide stesse è agevolmente comprensibile, anche senza commenti, da coloro che, come gli ingegneri, hanno una cultura scientifica di base. Sono una sintesi completa, facilmente integrabile per alcuni argomenti da chi avesse interessi specifici, che, partendo dalla preoccupante situazione attuale, dalle tecnologie in essere per contrastarla, indichi cosa è realisticamente possibile fare per mitigare l’impatto ambientale fino al raggiungimento della produzione di energia “pulita”, attinta a una fonte praticamente inesauribile, in quantità sufficiente a soddisfare le crescenti esigenze dell’umanità.
Non è ancora stato “praticamente” dimostrato che con la fusione nucleare si ottenga più energia di quanta viene richiesta per erogarla. Ci si arriverà, e, per il futuro dei nostri figli e nipoti, dobbiamo darlo per certo.
Non sarà sicuramente il 2050, perché non è un obiettivo che si possa fissare per decreto: potrebbe essere anche prima, perché necessariamente dopo? Al Tokamak in California, sperano prima.
Ma una volta realizzato il prototipo, quanto tempo ci vorrà prima che la realizzazione delle nuove centrali a fusione nucleare dia, in modo rilevante, il suo apporto alla soluzione della riduzione della CO2 in atmosfera? O per convincere la Cina ad abbandonare il carbone come principale fonte energetica? E non solo la Cina, dato che per ognuno degli otto miliardi di esseri umani presenti oggi sulla faccia della Terra, viene bruciata una tonnellata di carbone all’anno.
L’umanità ha davanti a sé una sfida quale non ha mai affrontato. Per di più ne è cosciente a tutti i livelli, perché i media non fanno che ricordarla. Bene fanno, ma il continuo martellare spaventa e può portare a decisioni irrazionali da parte delle forze politiche che vogliono voti, anche di chi è abituato a pretendere senza dare, lasciando ad altri il compito di risolvere i problemi.
In questa fase transitoria, come dovrebbe agire la maggior parte degli ingegneri, che opera ogni giorno sul territorio, lontano dagli avanzati centri di ricerca? Fare tutto il possibile perché quanto progetta sia indirizzato al massimo risparmio energetico e al minimo impatto ambientale, con le tecnologie a disposizione, e – cosa non secondaria – con la capacità economica dei propri clienti.
Anche affinando anno dopo anno accorgimenti che non risolvono radicalmente il problema dell’inquinamento atmosferico e del consumo di fonti non rinnovabili, si possono ottenere, a medio termine, risultati non trascurabili.
Non è un compito secondario, perché non è detto che dall’osservazione di realizzazioni diffuse – sottoponibili ad un’analisi statistica – non sortiscano osservazioni o tecnologie originali, capaci di superare positivamente un’analisi costi-benefici complessiva, permettendo di “sopravvivere” senza catastrofi, in attesa che l’idrogeno “pulito” garantisca all’umanità, liberata da incubi e spettri, millenni e millenni di felice esistenza.
Gennaro Guala
N.B. Nell’analizzare le necessità bisognerebbe anche tener conto delle leggi dei grandi numeri, e non fare semplici divisioni o moltipliche.
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