La pandemia da Covid-19, i cui devastanti effetti abbiamo tristemente sperimentato nella nostra cara terra bergamasca, ha sollecitato ovunque la spontanea iniziativa di quanti, avendo a vario titolo competenze specifiche, hanno ritenuto di poter dare la propria disponibilità a sperimentare nuovi strumenti che potessero essere di valido supporto e ausilio a supporto delle strutture ospedaliere e sanitarie nel trattamento dei pazienti colpiti dal virus
Dalla sinergia di competenze scientifiche, mediche, ingegneristiche, meccaniche e software, con il supporto di ricercatori dell’Istituto di Fisica Nucleare e sotto il coordinamento di Cristiano Galbiati si è costituito un gruppo di lavoro che ha visto man mano coinvolte oltre 250 figure di vari settori e discipline, che hanno ideato prima, e realizzato e testato poi un ventilatore polmonare a supporto dei malati.
Il lavoro, condotto senza sosta, ha portato alla realizzazione di uno strumento che si rende di grande interesse non solo a livello nazionale, ma che si inserisce di diritto in una dimensione internazionale nell’ottica di risolvere una criticità globale.
Di seguito nel dettaglio l’articolo di grande interesse illustra i contenuti del progetto divenuto preziosa realtà grazie alle sinergie interdisciplinari messe in campo.
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