Troppo spesso si considera il formato IFC come l’equivalente di un file pdf relativo a un testo. Ed in parte è vero. Nel modello IFC esportiamo solo le singole istanze di famiglie o oggetti BIM e non tutta la famiglia o l’oggetto parametrico. Ma un file pdf può essere solamente letto e stampato, da Acrobat Reader, ma anche importato ed ampiamente editato con Acrobat.
Ecco, i così detti SDK BIM (Standard Development Kit), paralleli ai SDK interni ai singoli software di Authoring proprietari che permettono lo sviluppo dei così detti plug in interni agli stessi, sono moduli software che svolgono vari compiti su un modello BIM IFC: possono modificare il modello BIM IFC, possono estrarre dati dal modello IFC, possono aggiungere funzionalità ad un software (tipicamente possono produrre un modello IFC da un modello in formato proprietario, come succede nei maggiori software di BIM Authoring presenti sul mercato), possono svolgere una analisi energetica o dar vita a software di gestione delle facilities.
E tutto questo in un ambiente condiviso, dove far confluire modelli generati con software diversi. Ne è evidente, quindi, la grandissima valenza in un orizzonte di sviluppo del BIM.
E’ comprensibile, quindi, l’importanza di norma(lizza)re sempre più capillarmente i software che gestiscono il formato IFC ed è quindi rilevante la notizia che si è formato un gruppo specifico, nell’ambito di Building Smart International, denominato IFC 4.3 Software Certification Pilot, di cui puoi leggere gli obbiettivi e gli sviluppi nell’articolo allegato.
Livio Izzo
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