La riforma del catasto: L’Opinione dell’INU

Data:
27 Ottobre 2021

“Poiché negli ultimi decenni la pressione fiscale sulle famiglie e sul lavoro è progressivamente aumentata fino a raggiungere livelli abnormi, le preoccupazioni per un suo eventuale ulteriore incremento per effetto dell’aumento dei valori costituenti la base imponibile delle imposte immobiliari sono più che giustificate”

“Inizia così l’intervento di Stefano Stanghellini, Presidente Onorario dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) già Professore Ordinario di Estimo nell’Università Iuav di Venezia, nel dibattito sulla riforma del catasto.”

Consiglio di leggerlo, con gli allegati, che commentano il  NADEF 2021, per potersi rendere conto della complessità dell’argomento trattato.

 

Aggiungo alcuni commenti e considerazioni.

Lo stesso Presidente del Consiglio deve essersi sentito in imbarazzo affermando prima “nessuno pagherà di più e nessuno di meno”, e successivamente che “il contribuente medio non si accorgerà di nulla”. Un’ambiguità che maschera una contraddizione.

A parte questo, l’aggiornamento del catasto presenta almeno due facce.

La prima, strettamente tecnica, è caratterizzata da necessità fuori discussione. Darebbe il quadro reale della situazione immobiliare, non presenta difficoltà insormontabili, pur tenendo conto dell’imponente numero (76,5 milioni) degli immobili da “censire”. Non direbbe, riservandolo alla politica, il trattamento da riservare al milione o più di immobili abusivi, magari anche irrispettosi della legge Sullo. Sanatoria per alcuni e demolizione per altri? Non se ne parla, argomento tabù.

La seconda riguarda la determinazione del valore catastale e il relativo imponibile dell’immobile censito: e qui si entra nel ginepraio. Ammettendo di poter aggiornare le categorie catastali, che sia possibile stabilire a una certa data il valore di una unità immobiliare non si capisce come sia concretamente possibile farlo variare, anno dopo anno, in base al variare delle quotazioni di mercati locali, per la natura stessa del bene cui si riferiscono, E in base a questa variazione impostare, in più (cosa possibile) o in meno (cosa impossibile) il bilancio dei Comuni, che ne sono i percettori!

Dopo queste divagazioni,  torniamo al professor Stanghellini.

“L’Istituto Nazionale di Urbanistica sostiene, da lungo tempo, che le moderne politiche urbane hanno il loro principale strumento nella fiscalità e che pertanto lo strumento fiscale deve essere in condizione di operare in modo equo ed efficace.”

Ciò che è equo in campo fiscale cambia se visto da destra o da sinistra; che poi sia anche efficace le esperienze passate ci proietterebbero nel mondo dell’utopia.

Il presidente dell’INU, si ricollega indirettamente alla convinzione di tanti urbanisti, che, fin dagli anni del primo dopoguerra, auspicavano che la disponibilità dei suoli dopo un certo periodo (es. cento anni) tornasse alla collettività che ne ha autorizzato l’edificazione. Un esempio in Italia, con alcune varianti, la si trova per i porti turistici (trent’anni, a parte deroghe, e poi tutto torna al Demanio Marittimo). In altre parole: tutto il suolo è demaniale, cosa ci viene realizzato è in concessione, A uno strumento così drastico – non conosciamo come sia stato applicato anche nel nord dell’Europa dove ci veniva assicurato fosse in vigore – si sostituisce l’altro più soft della fiscalizzazione. Purtroppo non è detto che porti minori difficoltà al lavoro degli urbanisti nel migliorare l’assetto urbano e non sia un altro strumento – nonostante il nostro Presidente del Consiglio ci assicuri del contrario, ma come di contro teme il professor Stanghellini – per aumentare la pressione fiscale imponendo una patrimoniale annua mascherata.

Più che assiomi, ho voluto solo dare un mio parere su alcuni punti di un argomento che a prima vista sembra semplice – l’aggiornamento del catasto –

ma da cui deriveranno consequenzialmente decisioni politiche che influenzeranno la gestione del patrimonio immobiliare. Senza attendere i decreti attuativi mi piacerebbe. come direttore del nostro Sito Culturale, che queste  mie riflessioni stimolassero altri contributi dei Colleghi, sia esperti della materia che non, trattandosi di un argomento che coinvolge tutti noi non solo come ingegneri ma anche come cittadini.

 

G.G.

 

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